CONFERENZA DI DOMENICO LOSURDO: NIETZSCHE, IL RIBELLE ARISTOCRATICO

(Trascrizione e redazione sono state eseguite a cura della S.F.I. di Salerno. Pertanto, gli eventuali errori di sostanza e di forma, contenuti nel testo,sono da attribuire interamente agli operatori della SFI e non all�autore che non ha proceduto ad alcuna correzione dello scritto di seguito riportato.)

Grazie di questo invito e grazie di questa affettuosa presentazione.
Grazie anche dei complimenti anche se i complimenti, inevitabilmente, rischiano di mettere l'autore, in un certo senso, in difficolt�, perch� l'ascoltatore pu� porsi la domanda, ma, insomma, non contento di avere scritto tanti libri adesso pubblica un libro di oltre 1100 pagine, deve essere decisamente un grafomane. Allora, io comincio, tentando una giustificazione dell'ampiezza del lavoro e credo che il primo punto da tenere presente � che Nietzsche, nonostante la prosa scintillante, o forse proprio a causa di questa prosa scintillante, � un autore assai difficile. Vorrei cercare di spiegare questa difficolt�.
Noi proviamo ad aprire Nietzsche, idealmente. Ed ecco che a prima vista ci imbattiamo in una serie di contraddizioni.
Dicevo a prima vista. Comincio a fare un esempio. Credo che nessuno pi� fascinosamente di Nietzsche ha criticato le conseguenze nefaste, acritiche, della divisione intellettuale del lavoro. Sono veramente pagine mirabili quelle in cui lui polemizza contro gli studiosi che si concentrano su un solo dettaglio. Sanno tutto di quel dettaglio, ma nulla di pi�. Lavorano con perseveranza su di una viterella, cito Nietzsche, si riducono essi stessi ad una viterella. La loro diligenza ha qualche cosa dell'enorme stupidit� della forza di gravit�. In un certo senso, colpisce molti di noi professori universitari questa dichiarazione cos� dura. In altre pagine in cui Nietzsche, riprendendo H�lderlin, proprio in riferimento, in particolare, agli intellettuali, dice che gli intellettuali si sono ridotti a frammenti, � come muoversi su di un campo di battaglia. Ci sono braccia e spezzoni di corpo, ma non c'� l'uomo intero, nel senso che non c'� quest'intellettuale capace di abbracciare la totalit� e proprio, abbracciando la totalit� capace di dispiegare una visione critica. Pagine dicevo assolutamente fascinose. Ma ecco, altre pagine, sempre su questo tema, in cui Nietzsche parla della stragrande maggioranza dell'umanit� come macchina da lavoro e che proprio in quanto macchine da lavoro devono essere escluse da qualsiasi istruzione. Se si vogliono schiavi, � Nietzsche che parla, si � stolti ad educarli da padroni. Dunque, da un lato questa visione del sapere come totalit� critica, dall'altro lato la negazione per la stragrande maggioranza dell'umanit� anche dell'istruzione pi� elementare. Oppure, lasciando adesso da parte lo sviluppo intellettuale e, parlando del corpo, certamente chi ha scritto pagine pi� fascinose di Nietzsche per quanto riguarda il problema della riabilitazione della carne? Mirabile � la polemica contro la sessuofobia dell'et� vittoriana, cos� come la polemica contro la sessuofobia dell'et� cristiana. E, nel corso di questa polemica, Nietzsche cita con grande calore il codice Manu, testo classico dell�Induismo, che, � Nietzsche che cos� si esprime, sa parlare con un ingenuit� e innocenza della bocca di una donna o del seno di una fanciulla.
Chi non si sente attratto da queste pagine di Nietzsche? Nell'Anticristo, in quest'opera, nella stessa opera, per� noi vediamo che Nietzsche celebra sempre il codice Manu, perch� prevede per le bambine dei Candala, cio�, dell'ultima casta, anzi di coloro che sono fuori da qualsiasi casta, comunque, dello stato infimo, prevede l'ablazione delle piccole labbra e, cio�, la mutilazione sessuale. Oppure, Nietzsche ha scritto pagine memorabili contro le Crociate e lo spirito dei Crociati. Cito ancora. Cos'erano i Crociati? Indubbiamente essi volevano saccheggiare e l'oriente era ricco. Si sia dunque imparziali. Le crociate: una superiore pirateria e null�altro. E non soltanto le crociate, ma Nietzsche critica, in termini fulminanti, lo spirito di crociata. Ancora una citazione da Nietzsche: una causa la si confuta deponendola riverentemente sul ghiaccio, in questo modo si confutano anche i teologi. I teologi sono, cos� li dipinge Nietzsche, come delle teste calde fondamentaliste. E allora contro queste teste calde la cura del ghiaccio � la cura pi� opportuna. Ma ecco che in altre pagine, invece di procedere ad una critica come quella che abbiamo visto contro le Crociate e lo spirito di crociata, proclama, in un'altra citazione, una guerra mortale contro il vizio e la contronatura rappresentate dal cristianesimo. Bisogna radere al suolo il luogo maledetto dove il cristianesimo ha covato le sue uova di basilisco, � la Chiesa, la verit� d� battaglia alla millenaria menzogna. � chiaro che vi qui lo spirito di crociata � ricomparso in pieno.
E ancora, Nietzsche � colui che ha avanzato un concetto debole di verit�, sempre citando l'Anticristo, forse qualcuno di voi l�ha letto, riferisce il colloquio, lo scambio tra Pilato e Ges� Cristo. Pilato che dice �quid est veritas�, cos'� la verit�, e Cristo dice �ego sum veritas�, io sono la verit� e Nietzsche che commenta: le parole di Pilato, questo scetticismo, questo rifiuto di un�idea cos� enfatica di verit�, le parole di Pilato, �quid est veritas�, che cos'� la verit�, sono le uniche cose valide in tutto il Nuovo Testamento. Mentre, invece, � chiaro che Ges� l� fa la figura del fondamentalista. Crede persino di essere la verit�. Ma sempre nell'Anticristo, quindi a poca distanza, Nietzsche dichiara che chi non ha risposto alla domanda che cos'� la verit�, in realt�, � totalmente fuori strada. Addirittura, nella corrispondenza dichiara di essere lui il genio della verit� in contrapposizione a Wagner che rappresenta il genio della menzogna. E ancora in Ecce Homo, Nietzsche giunge a definirsi come quel primo spirito retto nella storia dello spirito, quello spirito con il quale la verit� � pervenuta a giudicare la falsa moneta di quattro millenni.
� chiaro che qui c'� una visione pi� che esaltata della verit�, altro che idea debole di verit�. Infine, l'ultimo punto, l'ultima contraddizione apparente, sottolineo anche il termine apparente, che voglio far notare, nella Gaia Scienza, altro dei testi fondamentali di Nietzsche, si parla con forza della caccia alle streghe, si condanna con forza questa caccia alle streghe che per tanto tempo ha infuriato, non solo nell'Europa medievale, ma addirittura fino al �700 in certi casi. Anche in questo caso abbiamo delle pagine mirabili. Per�, in altre pagine si invoca in modo esplicito l'annientamento delle razze decadenti, l'annientamento di milioni malriusciti e si trovano altre dichiarazioni che vanno in questa direzione. Noi potremmo persino usare quest'immagine. Se noi proviamo ad incolonnare su di una colonna, tanto per intenderci, la colonna sinistra, le dichiarazioni in cui Nietzsche celebra il sapere come totalit� e come criticit�, celebra la riabilitazione della carne, condanna lo spirito di crociata, condanna la caccia le streghe, ha una visione debole della verit�, ecco che abbiamo un filosofo che � un grande teorico della emancipazione, della compiuta emancipazione dell'individuo a livello non soltanto intellettuale, ma ad ogni livello. E se, invece, proviamo ad incolonnare su un'altra colonna, per cos� dire nella colonna destra, le altre dichiarazioni, quelle dichiarazioni che dichiarano che bisogna negare persino l'istruzione elementare alle macchine da lavoro, la stragrande maggioranza dell'umanit�, che prevedono persino la mutilazione sessuale, invocano l'annientamento di milioni di malriusciti e delle razze decadenti, ecco che abbiamo un Nietzsche protofascista e protonazista. In un certo senso io potrei fare una battuta, me la consentite una battuta. A volte la storiografia mi fa pensare, la storiografia filosofica su Nietzsche, a quelle storielle che si raccontano sui due carabinieri. In questo caso uno di questi due carabinieri sa leggere solo la colonna sinistra l'altro la destra. Il primo sforzo che ho cercato di fare � stato quello di leggere entrambe le colonne e questo ha comportato, naturalmente, anche un po' pi� di spazio. Ma non � questo il problema principale, non si tratta soltanto di tener presente entrambe le dichiarazioni, sarebbe ancora peggio, come dire, assumere una posizione intermedia per cui Nietzsche sarebbe un po' in un modo un po' in un altro. Perch� questo sarebbe ancora peggio? Perch� il problema da spiegare � questo.
Perch� Nietzsche � un grande filosofo?
Io sono convinto che Nietzsche sia un grande, un grandissimo filosofo, per� bisogna spiegare come un grande, un grandissimo filosofo incorra in queste contraddizioni che, a prima vista, sono cos� clamorose, cos� pacchiane. Se non si spiega questo, secondo me, non si riesce a salvare Nietzsche come un grande, un grandissimo filosofo. Naturalmente c'� un altro metodo, quello contro il quale polemizzo. � quello per cui si fa una lettura musicale, artistica di Nietzsche. � chiaro che questa lettura, in qualche modo, comporta una selezione, se non una vera e propria censura, perch� � difficile pensare che siano pagine musicali o artistiche quelle che invocano l'annientamento di milioni di malriusciti, l'annientamento delle razze decadenti. Io ho cercato di seguire una strada diversa e mi sono posto un problema. Ma, insomma, quest'atteggiamento di Nietzsche, che ho gi� spiegato, � veramente un atteggiamento che lo colloca in una posizione decisamente solitaria, per cui non sarebbe possibile trovare nessun punto di riferimento e non ci sarebbe alcuna possibilit� di accostamento? In quanto storico, e cerco di praticare questa disciplina, richiamo l'attenzione, come esempio, e se ne potrebbero fare diversi altri, su una grande personalit� statunitense quasi contemporanea di Nietzsche, cio�, precede Nietzsche di uno, due decenni. Si chiama Calhoun, questa personalit� ed � stato anche vicepresidente gli Stati Uniti. Siamo alla met� dell'800 e noi in Calhoun leggiamo pagine assolutamente eloquenti sull'inviolabilit� della sfera privata di libert�, sulla inammissibilit� dell'intervento dello Stato nella sfera privata di libert�. Sono pagine assai eloquenti. C'� per� da aggiungere che questo stesso Calhoun insiste sul bene positivo che � la schiavit� degli neri. � in contraddizione Calhoun? Calhoun rifiuterebbe di parlare di contraddizione. Che contraddizione c'� dal suo punto di vista nel pensare una comunit� ristretta nell'ambito della quale vige la libert�, la tolleranza, ma al di fuori della quale c�� sia la schiavit� sia l'annientamento delle razze decadenti di cui parla Nitzsche, perch� in questo momento va avanti, ovviamente, la cancellazione dei pellerossa dalla faccia della terra? Dal punto di vista di Calhoun non c'� nessuna contraddizione e Calhoun, contro gli abolizionisti, cio� coloro che volevano abolire l'uso della schiavit�, usa toni sprezzanti. Questi abolizionisti sono animati da uno spirito fanatico, di crociata, missionario. Credono di sapere che cos'� la verit�, credono di esser loro stessi la verit�. In questo caso Calhoun ha una visione debole della verit�, allorch� polemizza contro la carica missionaria degli abolizionisti. Per� nel delimitare in modo preciso la comunit� fornita di senso, per la quale vige la regola della libert�, la comunit� bianca rispetto ai barbari, in questo caso � chiaro che Calhoun, invece, semmai, fa riferimento ad un senso forte della verit�. > Calhoun nel celebrare l�inviolabilit� della sfera privata si richiama tra gli altri ad un grande classico della tradizione liberale, Locke. Ma anche in Locke, il padre del liberalismo come tutti noi sappiamo, anche in Locke si presenta quel fenomeno che ho gi� cominciato ad illustrare, nel senso che Locke scrive pagine mirabili contro il potere assoluto del monarca, ma Locke considera ovvia e ligittima la schiavit� nelle colonie, considera ovvio e legittimo il potere assoluto dei padroni bianchi sugli schiavi neri. Ecco allora l'interpretazione che ho cercato di dare di Nietzsche. Cio�, Nietzsche rappresenta, in questo senso, il momento culminante anche l'espressione cosciente di tutta una tradizione occidentale, di una caratteristica di fondo della storia del pensiero occidentale, nel senso che la celebrazione della libert�, la celebrazione dell'emancipazione valgono per una comunit� ristretta, ma non esclude n� la schiavizzazione dei neri n� la cancellazione delle razze decadenti. Significa che non dobbiamo imparare nulla da Nietzsche? Assolutamente no, non � questo il mio punto di vista. Continuo ad insistere sul fatto che si tratta di un grandissimo filosofo. Non impariamo da Locke? � giusto imparare da Locke, � giusto imparare, ma senza trasfigurare Locke. Certo sui manuali di storia della filosofia si legge che Locke � il teorico della libert�, ma � chiaro che questa � una cretinata, permettetemi di usare questa espressione, perch� considerarlo un teorico della libert� significa considerare una grandezza trascurabile i neri. E, tuttavia, da Locke si pu� e molto si deve imparare per il fatto che, sia pure per una comunit� ristretta, � il teorico della limitazione del potere. E ogni pensiero che oggi voglia porsi il problema della limitazione del potere, andando al di l� dei limiti delle paurose clausole di esclusione di Locke, tuttavia, deve tenere presente le osservazioni preziose che Locke fa a proposito della limitazione del potere. Questo in misura ancora pi� ampia vale per Nietzsche, perch� Nietzsche, certamente, ha ristretto in modo ancora pi� drastico la comunit� dei signori, la comunit� di coloro per i quali vige la regola della libert�. Ha reso ancora pi� invalicabile la barriera tra questa comunit� e i barbari, barbari tra virgolette, per� nell'ambito di questa comunit�, certamente, ha pensato, si � sforzato di pensare, un'emancipazione non soltanto sul piano politico, ma come ho spiegato, anche sul piano intellettuale, anche per quanto riguarda la riabilitazione della carne. E non � soltanto su questo punto che possiamo imparare da Nietzsche. Io sono convinto che Nietzsche � un grandissimo filosofo. � un grandissimo filosofo, ma noi possiamo capire che � un grandissimo filosofo, proprio a partire dal suo progetto dichiaratamente reazionario, polemizzando contro il socialismo, la democrazia, il parlamentarismo. Prendiamo contro il socialismo. Intanto, lui ha aperto in modo grandioso una prospettiva storica, nel senso che in qualche modo ha delineato un ciclo della rivoluzione che � bimillenario. Se vogliamo capire il socialismo procediamo a ritroso verso la rivoluzione francese e gi� i teorici della restaurazione dicevano che in qualche modo la rivoluzione francese � iniziata con Lutero, perch� Lutero aveva rinnegato l'autorit� sul piano religioso, mentre poi la rivoluzione francese nega quest'autorit� sul piano politico. Ma Nietzsche � molto pi� radicale, Nietzsche sa benissimo che dopo la Riforma protestante c�� stata la rivoluzione puritana in Inghilterra. Nietzsche sa benissimo che l'abolizione dell'istituto della schiavit� negli Stati Uniti � stata spesso propagandata dai cristiani. I cristiani hanno svolto, quindi, un ruolo importante nell�abolizione dell'istituto della schiavit� negli Stati Uniti. E procede, quindi, a ritroso. Lutero era cristiano e prima ancora di Lutero c'erano movimenti pauperistici ispirati dal cristianesimo. Ed ecco che Nietzsche scopre quel che oggi noi chiamiamo la �longue dur�e�, questa �lunga durata�, per cui la rivoluzione sarebbe iniziata gi� con la predicazione evangelica dell'uguaglianza, sia pur un'uguaglianza declinata soltanto in termini religiosi. Nel condannare la rivoluzione, Nietzsche, individua con lucidit� ed anche con genialit� le debolezze del progetto rivoluzionario. Consentitemi qui di procedere speditamente. Quali erano le debolezze del progetto rivoluzionario? Nietzsche ha criticato ed ha mostrato le debolezze di quelle che erano le due ideologie della rivoluzione. La rivoluzione, la predicazione del socialismo, in quel periodo si richiamava o alla morale, in nome della giustizia, in nome della lotta contro l'ingiustizia si rivendicava l'applicazione della morale a coloro che erano ridotti in condizioni pi� o meno servili, oppure con il socialismo si richiamava alla filosofia della storia, all'idea di progresso e Nietzsche ha, naturalmente, criticato in modo implacabile entrambe queste visioni. Quindi, il mio punto di vista � che ogni progetto di emancipazione, oggi, non pu� non attraversare la critica che ha fatto Nietzsche, attraversarla non per fermarsi, per poterla superare. Ma nessun progetto di emancipazione pu� ignorarla.
Ultimo punto e concludo per lasciare spazio al dibattito. Proprio a partire da questo progetto reazionario, Nietzsche critica in modo implacabile non soltanto qualsiasi idea di uguaglianza, ma critica in modo implacabile l'idea stessa di universalit�. L'universalit� e l'uguaglianza sono, in fondo, la medesima idea. Lo diceva gi� Hegel che il principio di universalit� e il principio dell'uguaglianza sono la stessa cosa. Lo dice anche Tocqueville, da un altro punto di vista. L'universalit� cos� come l'uguaglianza, dal punto di vista di Nietzsche, hanno il torto di omologare realt� tra di loro completamente diverse e contrapposte, di omologare le macchine di lavoro, a cui deve essere negata anche l'istruzione elementare con, invece, queste personalit� d'eccezione che devono sapere sviluppare anche un sapere come totalit� critica. Per�, nel criticare fino in fondo quest'idea di universalit�, rivendica l'istituto della schiavit�. Qui devo dire qualcosa, sull'istituto della schiavit� in Nietzsche. Quelli che io definisco, polemicamente, gli ermeneuti dell�innocenza tendono a interpretare, a prendere questo discorso sulla schiavit� come una sorta di metafora. Sarebbe, per�, una strana metafora, perch� il periodo in cui si colloca la riflessione di Nietzsche, egli termina la sua vita cosciente nel 1889 ed � l'anno in cui in Brasile viene abolita l�istituto della schiavit� e in un certo senso inizia negli anni in cui si combatte la guerra di secessione tra nord e sud negli Stati Uniti, proprio a causa della questione della schiavit�, sono gli anni in cui l'istituto della schiavit�, abolito formalmente nel Stati Uniti, ma ancora sussistente in Brasile, viene di fatto reintrodotto nelle colonie a seguito dell'espansione coloniale. Qual � il paradosso? Qui concludo. Il paradosso � questo che Nietzsche difende l�istituto della schiavit� nel momento in cui l'espansione coloniale agita la bandiera dell'abolizione della schiavit�. Alla fine dell'800 le grandi potenze coloniali si ergono a protagoniste di una crociata democratica. Dicono di andare in Africa e nel resto del mondo coloniale per diffondere i diritti dell'uomo, per diffondere l'universalismo dei diritti dell'uomo. Voi sapete che questo discorso � oggi pi� che mai attuale. Nel mio libro riporto una dichiarazione di Bismarck. Siamo alla fine dell'800, anche la Germania si appresta, adesso, a partecipare alla gara coloniale. Anche la Germania innalza la bandiera dell'abolizione della schiavit� e Bismarck, parlando con i suoi collaboratori, dice: ma non � possibile trovare qualche dettaglio raccapricciante di crudelt� da parte degli arabi. In questo modo se si fosse trovato questo dettaglio raccapricciante, vero o inventato che fosse, si sarebbe suscitata l'indignazione morale e sull'onda dell'indignazione morale sarebbe stato pi� facile, pi� agevole propagandare la guerra contro le barbarie, contro i barbari, contro la violenza in nome dei diritti dell'uomo. Ecco a queste dichiarazioni di Bismarck io contrappongo nel libro un aforisma che noi troviamo in Al di l� del bene e del male: " nessuno mente tanto quanto l�indignato".

A partire, certo, da questa prospettiva reazionaria Nietzsche ha capito benissimo che l'indignazione morale pu� facilmente essere uno strumento di guerra e, quindi, in questo senso Nietzsche pu� essere letto, come io l�ho letto, nonostante il suo carattere reazionario, nonostante le pagine ripugnanti che parlano nel modo in cui vi ho detto, di annientamento di milioni di malriusciti e dell'annientamento delle razze decadenti, nonostante questo in Nietzsche troviamo una sorta di critica ante litteram della guerra umanitaria dell'imperialismo dei diritti umani.

� un po' complicato questo Nietzsche, per un verso, ripeto, con queste pagine terribili, per un altro verso con queste armi che ci offre per criticare la guerra umanitaria dell'imperialismo dei diritti umani. Posso rispondere con una battuta: se Nietzsche riesce troppo difficile per queste prese di posizione che vi ho detto, qualcuno pu� scegliersi un autore pi� facile. Io ho voluto misurarmi con un autore che considero difficile.