Vico e Wordsworth

Vincenzo Pepe

La filosofia di Vico trova voce poetica in Wordsworth. Difendendo il valore della fantasia e della memoria, esaltando la poesia contro le poetiche accademiche ed intellettualistiche Vico si pone in perfetta sintonia con il poeta romantico inglese.

 

Nel discutere il carattere �preromantico� della sensibilit� vichiana, il Croce segnala il seguente passo del Diritto univer�sale:

Doleo enim, neque doloris formam agnosco meam; nullos negritudinis enim cognosco fines; cognitio indefinita, et quia indefinita, nomine digna est,

per sottolinearne la stretta affinit� con �una poesia del Word�sworth dove si trovano precisamente gli stessi esempi, e per illustrare precisamente la stessa verit�, quella in cui si parla del dolore che "partecipa della natura della infinit�" (shares the nature of inflnity)�1.

Sebbene circoscritta al tema del dolore cosmico, e nonostan�te sia avallata da un riferimento a un'opera giovanile del Wordsworth (The Borderers) l'ipotesi crociana di una conso�nanza Vico-Wordsworth, e quindi di un Vico naturaliter2 ro�mantico, sembra confermata anche quando si prendano in esame altri temi della speculazione vichiana, e quando l'in�dagine sia allargata alle opere maggiori del Wordsworth, se�gnatamente al Prelude, il suo capolavoro (pubblicato postu�mo nel 1850).

Prima, per�, di soffermarci sulla linea di continuit� e/o con�tiguit� che, secondo noi, � possibile ravvisare tra i due auto�ri su temi di fondo, vorremmo proporre qualche notazione di carattere marginale su analogie riscontrabili perfino sul piano biografico, o meglio autobiografico, dei Nostri.

 

 

Analogie di temperamento

Nel ricostruire la sua �autobiografia mentale�, che � appun�to il Prelude, Wordsworth indica come fattore costante della sua bildung la sua indole malinconica, nella quale, come ri�conosce egli stesso, si intrecciano una componente naturale, �umorale�, ed un atteggiamento intellettualistico:

And not to leave the picture of that time

Imperfect, with these habits I must rank

A melancholy from humours of the blood

In part, and party taken up, that loved

A pensive sky, sad days, and piping winds,

The twilight more than dawn, autumn than spring3.

Una quasi simile connotazione, come si ricorder�, � presente anche nel riferimento che Vico fa alla sua �natura malinconi�ca ed acre� nella Autobiografia. Anche se dovuta a causa acci�dentale (la caduta dalla scala), difatti, anch'essa si iscrive in uno schema mitografico, come � evidente dal carattere di ne�cessit� che ad essa conferisce il Napoletano: �qual dee esse�re degli uomini ingegnosi e profondi, che per l'ingegno bale�nino in acutezze, per la riflessione non si dilettino dell'argu�zie e del falso�4.

In ambedue le autobiografie, poi, la malinconia si accompa�gna ad un altro tratto distintivo della persona: la predilezio�ne per la solitudine, vista come condizione ideale nella qua�le l'io, assaporando la dolcezza della compagnia dei propri pensieri, attinge l'infinito.

In Wordsworth il tema � presente in tantissimi luoghi della sua produzione, ma � secondo noi immortalato dalla delica�ta modulazione dei w. 314-318 del secondo libro del Prelude:

Hence life, and change, and beauty, solitude

More active even than "best society", �

Society made sweet as solitude

By silent inobtrusive sympathies,

And gentle agitations of the mind.

 

Versi che ci sembrano richiamare una bellissima pagina del�la orazione In morte di Donn'Angela Cimmino, nella quale il Vico, dopo aver accennato alla �solitudine nella quale viven�do Scipione Africano, diceva che allora pi� che mai viveva accompagnato quando egli era tutto solo�, conclude con una meditazione sulla spazialit� ed autosufficienza della vita in�teriore, a definire la quale non avremmo esitazione a sceglie�re l'aggettivo �wordsworthiana�. Ne proponiamo una parte:

 

Ma la vita che mena il saggio nella contemplazione del vero astratto � sempre ed essolui intima, sicch� non gli fa uopo assicurarsene al di fuori, in conseguenza, ha la sicurezza di non mai perderla, perch� � medesimata con la sua anima, � sempre presta e presente, che gli di�mostra il suo essere fisso nell'eternit�, che tutti i tempi misura, e spaziante nell'infinito, che tutte le finite cose comprende5.

 

L'atteggiamento antiaccademico

In entrambi gli autori, per�, l'insistenza sulla solitudine ha ancora un'altra connotazione: quella di suggerire la loro di�stanza dalla cultura accademica convenzionale, e di far risal�tare, cos� la novit� o originalit� del sapere di cui essi si fanno assertori. Significativamente, sia il Napoletano che l'Inglese insistono con orgoglio sul carattere autodidattico della loro formazione nella quale hanno funto da catalizzatori solo la sensibilit� personale e la meditazione a contatto con la natu�ra. Nell'Autobiograf�a leggiamo:

 

Talch�,... il Vico benedisse non aver avuto lui maestro nelle cui parole avesse agli giurato, e ringrazi� quelle selve, fralle quali dal suo buon genio guidato, aveva fatto il maggior corso de' suoi studi senza niun affetto di setta6.

 

Passo che ci fa pensare a due componimenti delle Lyrical Ballads intitolati, rispettivamente, �The Tables Turned� ed �Expostulation and Reply�. Nel primo, il poeta esorta l'amico ad abbandonare la cultura convenzionale senza nessun altro maestro che la Natura. Il secondo modula sul tema del pri�mo ma con argomentazioni che ci permettono di approfon�dire il nostro discorso. All'amico che gli rimprovera di trala�sciare i libri, per passare intere giornate trasognato ed assor�to davanti allo spettacolo della natura, il poeta oppone, di�fatti, la dignit� di una modalit� conoscitiva che alimenta la mente �in a wise passiveness�, con la semplice attivazione, cio�, di tutte le facolt� percettive, giacch� �The eye- it cannot choose but see; / We cannot bid the ear be still; / Our bodies feel, where'er they be, / Against, or with our will�7. La riabilitazione della gnoseologia inferior che Wordsworth sta qui in effetti proponendo, come si sa � uno degli obiettivi programmatici affidati alla pubblicazione delle Ballads, la cui prefazione alla seconda edizione (1800) � considerata il ma�nifesto della rivoluzione romantica in Inghilterra. Stando al�la testimonianza del Coleridge, difatti, con la composizione delle Ballads lui e l'amico Wordsworth avevano, fra l'altro, inteso appunto ridestare �the mind's attention from the lethargy of custom, and directing it to the loveliness and the wonders of the world before us; an inexhaustible treasure, but for which, in consequence of the film and familiarity and self�sh solicitude, we have eyes, yet see not, ears that hear not, and hearts that neither feel nor understand�8.

Il dissenso da Cartesio

II programma �eversivo�, come si vede, contiene un riferimen�to polemico alla pretesa razionalistica di matrice cartesiana di fondare una teoria della conoscenza come riflessione �pura�, completamente scevra, cio�, dell'apporto dei sensi. E si ricor�der�, a proposito, che questa pretesa aveva trovato formula�zione paradigmatica e programmatica nell'incipit della terza Meditazione di Cartesio, la quale recita: �Chiuder� gli occhi, mi tapper� le orecchie, e canceller� dal pensiero tutte le immagini corporee�. Ma questa pretesa, si ricorder� ancora, era stata il principale bersaglio polemico anche del Vico al quale �dovet�tero le meditazioni di Renato sembrare astrusissime perch� po�tessero ritrar da' sensi le menti per meditarvi�9. Anzi, gi� nella prima Orazione inaugurale (1699), a sottolineare la pari dignit� teoretica di tutte le facolt�, comprese quelle percettivo-sensoriali, egli aveva sciolto un vero e proprio inno all'essenza divi�na di cui partecipano i sensi, a partire proprio da quelli della vista e dell'udito che Cartesio voleva invece estromettere. Si�gnificativo, al riguardo, che a rappresentare anche sul piano grafico-visivo il concetto della divinit� che informa la mente umana �partitamente� e nella sua totalit�, la parola divina pas�sa nel testo dalla posizione anaforica, ripetuta ed insistente dei costrutti espliciti (divina vis... quae videt, divina quae audit, di�vina qua percipit, divina quae rerum formas gignit, divina quae iudicat, divina quae colligit, divina quae meminit) ad una posizione cataforica la quale idealmente abbraccia, comprende e riepiloga una lunga, vorticante serie di infiniti verbali (vide-re, audire, invenire, componere, inferre, reminisci divina)10". Ma l'affinit� tra Vico e Wordsworth nei riguardi della filoso�fia cartesiana non si riduce al comune denominatore della riabilitazione della dignit� teoretica dei sensi. La legittima�zione del �sentire�, difatti, nasceva anche dalla comune con�vinzione della priorit� teoretica del momento sintetico/crea�tivo rispetto a quello logico deduttivo. E questo riconosci�mento, a sua volta, implicava l'accettazione di alcuni corol�lari quali: a) la riconsacrazione del sensus communis, del vichiano �giudizio senza riflessione�, o del wordsworthiano �unreasoning progress of the world / A wiser spirit is at work for us / A better eye than theirs, most prodigal / Of blessings, and most studious of our good�11; b) l'insistenza sulla priorit� pedagogica dell'esperienza emotiva ed inven�tiva su quella logico/analitica, che spinge il Vico ad esortare i giovani ad esercitarsi nell'arte topica prima che in quella critica, ed il Wordsworth a rintuzzare l'atteggiamento di chi � �... proud to be / The enemy of falsehood, than the friend / Of truth, to sit in judgement than to feel�12; c) la rilegittima�zione della capacit� metaforica, la vichiana �eam facultatem... ut in rebus londe dissitis ac diversis similes videant rationes�13, che per Wordsworth � �that interminable building reared / By observation of affinities / Of objects where no brotherhood exists / To common minds�14. La responsabilit� pi� grave che i Nostri contestano a Cartesio, per�, � che estromettendo il sentire egli ha delegittimato la storia, le tradizioni, la poesia. Il punto non ha certo biso�gno di essere dimostrato per Vico; ma c'� un passo del Prelu�de che lo documenta ineccepibilmente, almeno cos� ritenia�mo, per Wordsworth. Ricostruendo difatti i primissimi anni della sua formazione spirituale, il poeta ricorda con sgomen�to il tempo in cui �A bigot to a new idolatry /... As readily by syllogistic words, / Some charm of logic, ever within reach, / Zealously labour[ed] to cut off my heart / From all the sources of her former strength� e col rifuggire dalle pagine dello storico e del poeta, �pregnant with more absolute truth�, aveva strappato la sua anima (�did I unsoul�)15.

Wordsworth � Vico in poesia

�Amputare il cuore�, �lacerare l'anima�: se ci si sofferma per un attimo sulle espressioni impiegate dal poeta per connotare la �devianza� giovanile provocata dalla sua adesione al verbo razionalistico, non si potr� fare a meno di notare, se non la sovrapponibilit�, almeno la contiguit� della sua diagnosi con quella dal Vico formulata nella lettera a Gherardo degli An�gioli sulla principale sindrome dei �tempi assottigliati dai me�todi analitici, troppo irrigiditi dalla severit� de' criteri, e s� di una filosofia che professa ammortire tutte le facolt� dell'ani�mo... e sopra tutte quella di immaginare... di una sapienza che assidera tutto il generoso della migliore poesia�16. Wordsworth, � bene precisarlo, forse di Vico non aveva sentito nemmeno parlare; eppure, anche se per vie indipendenti, sembra pro�prio raccogliere il grido di allarme del Vico, se � vero che, col Prelude, egli si accinge proprio a �riscattare l'immaginazione compromessa�. Una volta accertato questo comune back�ground, allora, sarebbe forse anche lecito leggere molti suoi versi come l'esemplificazione, e la validazione, in chiave poe�tica, di alcune intuizioni fondamentali che costellano l'univer�so speculativo vichiano. Si pensi, ad esempio, al brano nel quale, discorrendo del concetto di �natura simpatetica�, nel secondo libro della Scienza Nuova, il Vico insiste sulla difficolt� per noi moderni, �non soccorsi gi� dalla fantasia�, di poter en�trare �nella vasta immaginitiva di quei primi uomini che fon�darono l'umanit� gentilesca�. Orbene, c'� un brano del Prelu�de (II, 401-428), che potrebbe forse fornire anche alle nostre �menti astratte, assottigliate e spiritualezzate� un'idea dell'e�sperienza della comunione magico-religiosa con la natura, cui allude il Vico. � grazie difatti soprattutto all'attivazione della capacit� metaforica �rooted now / So deeply in my mind�, ol�tre che all'eccesso �of that great social principle of life / Coercing all things into sympathy� che il poeta Wordsworth, en�trando in comunicazione con le �cose organiche�, con le qua�li discorre e alle quali attribuisce le sue gioie e le sue paure, egli scopre �the sentiment of Being spread / O'er all that mo-ves and all that seemth still / O'er all that, lost beyond the rea�ch of thought / And moves human knowledge, to the human eye / Invisible, yet liveth to the heart; / O'er all that leaps and runs, and shouts and sings, / Or beats the gladsome air; / o'er all that glides / beneath the wave, yea, in the wave itself, / And mighty depth of waters�. Attraverso il momento estetico, dunque, la scoperta dell'Essere nella natura. Ma per Word�sworth la natura � solo un altro nome dell'immaginazione, perch� anche questa, come quella, � pervasa da uno spirito creatore che �plasma e arricchisce, astrae e unisce�17. Col che, solo che si intenda la categoria natura in un'accezione pi� lar�ga che comprenda anche, e soprattutto, la dimensione storica, si pu� dire di essere di nuovo a Vico. I quattro verbi (moueds, endues, abstracts, combines) impiegati dal poeta inglese per ca�ratterizzare le modalit� d'essere e di operare della Natura/Im�maginazione, difatti, ci sembrano rivelare una strettissima pa�rentela con quelli con i quali il filosofo napoletano connota il ruolo della Memoria, la �madre delle muse� la quale, come si ricorder� dalla famosa Degnit� 819 �� memoria mentre ri�membra le cose; fantasia, mentre l'altera e contraf�; ingegno mentre le contorna e pone in acconcezza ed assettamento�. Parentela che diventa ancora pi� stretta, poi, alla luce dell'e�quazione che Vico istituisce tra le realizzazioni dell'ingegno umano nell'agone storico, e il creato nella sfera del divino, �onde l'ingegno umano nel mondo delle arti �, come la natu�ra nell'universo � l'ingegno di Dio�18.

1.     B. Croce, Conversazioni critiche. Bari 1951, vol. IV, p. 31.

2.     Finora la conoscenza di Vico da parte dei Romantici inglesi � attestata solo per Coleridge. Mi permetto per questo aspetto di rinviare al mio Coleridge e Vico, in �Nuova secondaria�, 10, 2000.

3.     Cito dall'ed. Il preludio, a cura di M. Bacigalupo, Milano 1990, p. 210.

4.     Cito dall'ed. delle Opere, a cura di A. Battistini, Torino 1990, vol. I, p. 5.

5.     Idem, pp. 359/60.

6.     G.B. Vico, Opere, cit., vol. I, p. 25.

7.     Cfr. The Oxford Book of English Romantic Verse, Clarendon, Oxford 1963, pp. 87-88.

8.     S.T. Coleridge, Biographia literaria, Oxford Univ. Press. Oxford 1969, vol. Il, p. 6.

9.     G.B. Vico, Opere, ed. cit., vol. I, p. 29.

10. Idem, Le orazioni inaugurali, ed. a cura di G.G. Visconti, Bologna 1985, p. 91.

11. Il preludio, ed. cit., p.184.

12. Idem, p. 446.

13. G.B. Vico, Opere, ed. cit., vol. I, p.114.

14. Il preludio, ed. cit., p. 92.

15. Idem, p.444.

16. G.B. Vico, Opere, ed. cit, p. 315.

17. Il Preludio, ed. cit., p. 488.

18. Cit. in M. Mooney, Vico in the Tradition of Rhetoric, Hermagoras Press, 1994, p. 131.